lunedì 7 luglio 2008

Valutazione finale

Molti storici paragonano l'ascesa di Napoleone a una meteora che si abbatte sull'Europa. Ad impressionare non è solo l'abilità, ma anche la velocità con cui continua a conquistare. Solo le forze della Natura, capitanate dal generale Inverno, riusciranno a sconfiggerlo ma questa è un'altra storia...
Il popolo francese e l’esercito lo adorano. Tanto che dopo la fuga dall’Elba, superate le Alpi ad aspettarlo trova l’esercito mandato dal nuovo re: basta uno sguardo, un discorso ai suoi vecchi uomini e Napoleone marcia disarmato verso Parigi a capo dell’esercito, mentre il re è costretto a fuggire. Così anche gli intellettuali di mezza Europa sono incantati dal grande stratega. Foscolo ravvisa in lui il più vivo segno di speranza per la liberazione dell’Italia e concretizza questo sentimento nell’ode Napoleone liberatore. Questi sentimenti sono poi sostituiti da delusione e sdegno all’indomani del Trattato di Campoformio il 17 ottobre del 1797.
Beethoven compone la sinfonia detta Eroica dedicata alla sua figura che nell’opera assume quasi un significato epico, come si vede soprattutto dalla Marcia Funebre. La dedica poi viene ritirata dopo l’auto-incoronazione a Imperatore il 2 dicembre dello stesso anno nella cattedrale di Notre Dame.
Dopo la sconfitta di Jena, Hegel scrive la famosa lettera in cui parla di Napoleone come l’incarnazione dello spirito del mondo:
“Ho visto l'Imperatore - quest'anima del mondo - cavalcare attraverso la città per andare in ricognizione: è davvero un sentimento meraviglioso la vista di un tale individuo che, concentrato qui in un punto, seduto su di un cavallo, abbraccia il mondo e lo domina”.
Poi, inevitabilmente, la ragion di Stato e le bramosie di potere faranno decadere tutti gli aneliti in lui riposti prima e poi lo condurranno alla sconfitta.

Una simile speranza di rinnovamento del sistema universitario italiano mi ha colto nel frequentare il corso di informatica, così l’ho paragonato ad una meteora.Mi ha veramente sorpreso questa attenzione non tanto ai contenuti della materia quanto al metodo migliore perché sia il più possibile comprensibile allo studente, e non un puro giochetto accademico autoreferenziale, come troppo spesso succede ( e poi i risultati sono quelli che sono…).
Questo corso è stato veramente uno schiaffo all’indifferenza, al nepotismo, al favoritismo e a tutto il marcio che esiste nell’istruzione universitaria italiana.

Ho fede che tutto non si dissolva in una bolla di sapone, con la stessa velocità con cui questa avventura è maturata, come invece purtroppo è accaduto per l’esperienza napoleonica.

"Ma permetti: se tu non possiedi nulla cosa vuoi dare?"
"Ognuno dà di quel che ha. Il guerriero dà la forza, il mercante la merce, il saggio la saggezza, il contadino riso, il pescatore pesci."
"Benissimo. E cos'è dunque che tu hai da dare? Che cosa hai appreso, che sai fare?"
"Io so pensare. So aspettare. So digiunare."
"E questo è tutto?"
"Credo che sia tutto."