sabato 12 aprile 2008

Attualizzare è capire!


LeFever pone una problematica che resta una ferita ancora aperta nell'ambito della pedagogia moderna: la creazione di un metodo. La scuola, fin dai suoi gradi più elementari, tende a presentare saperi separati, irreggimentati in compartimenti divisi secondo materie. L'apprendimento diventa un puro esercizio mnemonico, quasi robotico; le conoscenze sono nozioni usa e getta imparate al momento per essere rimpiazzate poco dopo.
Compito specifico della scuola è creare esseri pensanti, non macchine: la nostra mente deve essere educata a un concetto unitario e non settoriale della conoscenza. Terenzio, commediografo latino del III sec. a.C., scrive: “Sono un uomo e tutto ciò che è umano mi riguarda”.
La creazione di un contesto significa in primo luogo una mente che agisce in modo autonomo, attraverso uno sguardo attivo verso il mondo: le conoscenze non sono più un fardello di cui liberarsi il più presto possibile, ma un tesoro da arricchire in ogni esperienza quotidiana.
Anche matematica e fisica sono coinvolte in questo processo di condensazione del sapere: già Cartesio ebbe l'intuizione di capire i risvolti geometrici che una relazione matematica può avere. L’acquisizione di un linguaggio matematico è pertanto l'unica possibilità per non naufragare nel mare di formule che ci vengono propinate.

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"Ma permetti: se tu non possiedi nulla cosa vuoi dare?"
"Ognuno dà di quel che ha. Il guerriero dà la forza, il mercante la merce, il saggio la saggezza, il contadino riso, il pescatore pesci."
"Benissimo. E cos'è dunque che tu hai da dare? Che cosa hai appreso, che sai fare?"
"Io so pensare. So aspettare. So digiunare."
"E questo è tutto?"
"Credo che sia tutto."