Credo che il segreto dell'incredibile successo segnato dal seminario I Care risieda in un concetto piuttosto astratto, ma che poi si traduce in scelte di una potenza esplosiva, prorompente. La condivisione è stato il filo conduttore, il segnalibro di tutto l'incontro. A cominciare dalla vita di Don Milani: egli decise di mettere la sua esistenza a disposizione di figli di contadini di Barbiana per dare loro istruzione ed educazione; adesso la maggior parte di questi ragazzi, ora uomini, hanno una consolidata posizione sociale e i suoi metodi di insegnamento, così concreti e propositivi, sono copiati dalle scuole di specializzazione di tutto il mondo. Così anche il dottore deve amare e curare l'umanità e l'individualità del suo paziente, senza ipocrisie o paure.
La rilettura dell'episodio del Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci è stata una tappa per me illuminante: la comunione fisica e spirituale fra persone è talmente importante da essere scritta nel nostro materiale genetico. Un uomo solo, isolato è destinato inevitabilmente a scomparire (sono perfettamente consapevole che liquidare l'anelito di libera solitudine in queste poche battute sia una violenza intellettuale). Ha dunque ancora un senso giudicare un ragazzo in base alle sue disponibilità economiche, precludendogli o meno l'accesso alle conoscenze? La libera circolazione delle informazioni è ormai diventata una sfida centrale della nostra era: se il sapere diverrà privilegio castale, allora anche il concetto stesso di cultura verrà meno. O auri sacra fames (o esecrabile sete dell' oro) dice Enea commentando la fine del suo amico Polidoro! Credo che in questo senso Pubmed sia un'iniziativa importante, da coltivare con pazienza e costanza.
E infine lo spettacolo finale, destinato a scimmiottare ironicamente i poteri alti, i santa santorum del sapere medico si è rivelato un'enorme esplosione di passionalità, gioia e vivacità condivisa. La platea di ragazzi ha sorriso, battuto le mani, si è emozionata, arrabbiata, ha camminato, gridato, giocato, in un intenso respiro di coralità.
La rilettura dell'episodio del Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci è stata una tappa per me illuminante: la comunione fisica e spirituale fra persone è talmente importante da essere scritta nel nostro materiale genetico. Un uomo solo, isolato è destinato inevitabilmente a scomparire (sono perfettamente consapevole che liquidare l'anelito di libera solitudine in queste poche battute sia una violenza intellettuale). Ha dunque ancora un senso giudicare un ragazzo in base alle sue disponibilità economiche, precludendogli o meno l'accesso alle conoscenze? La libera circolazione delle informazioni è ormai diventata una sfida centrale della nostra era: se il sapere diverrà privilegio castale, allora anche il concetto stesso di cultura verrà meno. O auri sacra fames (o esecrabile sete dell' oro) dice Enea commentando la fine del suo amico Polidoro! Credo che in questo senso Pubmed sia un'iniziativa importante, da coltivare con pazienza e costanza.
E infine lo spettacolo finale, destinato a scimmiottare ironicamente i poteri alti, i santa santorum del sapere medico si è rivelato un'enorme esplosione di passionalità, gioia e vivacità condivisa. La platea di ragazzi ha sorriso, battuto le mani, si è emozionata, arrabbiata, ha camminato, gridato, giocato, in un intenso respiro di coralità.
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