Sottopagati a 4 euro l’ora. Costretti a ingiurie e rifiuti continui. Privi di qualunque potere o autorità, ma nello stesso tempo obbligati a far rispettare delle regole. Non è la condizione lavorativa estratta da qualche testo dell’ortodossia marxista, bensì la figura dello steward.
La ACF Fiorentina ha organizzato un corso per la nostra “formazione professionale”: ci hanno insegnato ad essere inflessibili nel controllo di documenti e titoli di accesso; in realtà poi si finisce per essere dei ridicoli gendarmi verso famiglie e anziani appassionati di calcio, e controllori impotenti di fronte ai soggetti potenzialmente pericolosi, da cui in mezzo a schiamazzi si ricevono insulti e musi duri, se non minacce o spintonate. Controbattere? Ma scherziamo, uno steward che replica al tifoso di rispettare un regolamento che egli stesso al momento dell’acquisto si è impegnato ad accettare (come ci ha ben insegnato l’avvocato), che oscenità! E se poi calpestano la tua dignità di individuo chi se ne frega, tanto l’importante è fare cassa.
Ma qualcosa sta cambiando. Fino ad ora la maggior parte del personale era composta da pensionati senza orgoglio e troppe pretese, affezionati a tanti anni di servizio. Adesso l’età limite di 55 anni ha creato un problema notevole alla società calcistica. Gente che studia, lavora, ha una famiglia è disposta ad essere trattata in questo modo? Spira un generale malcontento, si può percepire, ma molti si adattano a proseguire a testa bassa perché hanno paura di perdere l’opportunità di seguire la loro squadra del cuore. Bisogna cambiare mentalità, capire che è la società ad aver bisogno di noi, e non il contrario (non certo si può pensare di campare con 20 € a partita): è stato fissato per legge un numero minimo di steward per evento sportivo; altrimenti lo stadio non apre, e allora sai che disastro economico e di immagine…
Credo quindi che la ACF Fiorentina debba agli steward più rispetto e considerazione per il lavoro che svolgono, forse materialmente non faticoso, ma di una pesantezza psicologica impressionante.
Infine complimenti a Prandelli, il calcio italiano gli deve moltissimo: con la sua professionalità e personalità straordinaria ha mostrato a tutti il lato spontaneo, genuino, pulito di questo sport e così ha incantato una città intera. È lui l’unico vero artefice del momento magico che sta vivendo la Fiorentina.
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