giovedì 15 maggio 2008

Una scelta radicale

Trovo estremamente interessante la triade stupore, coraggio, perseveranza. Ma io aggiungerei un altro elemento necessario a completare questo quadro combattivo: è solo un principio di rottura che ci può permettere di compiere il vero salto quantico.
Evviva Linux certo: ma chi può conoscere la sua difficoltà nel lasciare un istituto di ricerca così avanzato e prestigioso in nome di un'idea, di un progetto incompiuto?
Allo stesso modo ogni persona che vuole lasciare una traccia del proprio cammino, o semplicemente essere coerente con sé stesso deve compiere una metanoia, il proprio parto intellettuale: è inutile stupirsi, se poi non tentiamo di tradurre il sentimento in un principio di realtà. Deve mettere in pratica la maieutica verso sé stesso. Questa esplorazione può essere fatale, tutto per tutto è in gioco, siamo di fronte agli abissi della nostra coscienza umana. E poi? Pensiero e azione, come diceva Mazzini. Inutile dire che la storia ci ha messo in guardia da movimenti di liberazione di massa, dove tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri. Inutile dire che il più grande rivoluzionario della storia è stato Gesù Cristo.
Mi ha sempre colpito la risposta di Gesù al ricco sempre osservante che gli chiedeva cos’altro dovesse fare: “Bene, ora lascia tutti i tuoi averi e seguimi.”
La vera sfida risiede nel fatto che la scintilla iniziale è un salto nel buio in solitudine, senza agganci, a tu per tu con la paura.
Così fece un ragazzo, figlio di una ricca famiglia di mercanti che dopo aver visto la sofferenza negli occhi di un lebbroso decise di rinunciare all’eredità paterna, vestirsi di un sacco e andare in giro a predicare il valore della povertà: era San Francesco d’Assisi, fondatore
dell’ Ordine e patrono d’Italia.
Così fece un giovane avvocato laureato a Londra, che ritornò al suo paese, lasciò il suo sapere, e andò in mezzo ai più piccoli, più deboli del suo popolo: si chiamava Mahatma Gandhi, realizzò l’indipendenza dell’India dall’impero inglese.
La storia ci ha regalato personaggi di cotanto spessore: che il loro esempio illumini la nostra via.

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"Ma permetti: se tu non possiedi nulla cosa vuoi dare?"
"Ognuno dà di quel che ha. Il guerriero dà la forza, il mercante la merce, il saggio la saggezza, il contadino riso, il pescatore pesci."
"Benissimo. E cos'è dunque che tu hai da dare? Che cosa hai appreso, che sai fare?"
"Io so pensare. So aspettare. So digiunare."
"E questo è tutto?"
"Credo che sia tutto."